"...La nit de Sant Joan, és nit d’alegria
Estrellat de Flors, L’estiu ens arriba
De mans d’un fillet que li fa de guia.
Primavera mor, l’hiverm es retira.
Si arribes l’amor, mai mes moriría..."
(Jaume Sisa - La nit de Sant Joan)
La Revetlla di san Giovanni si celebra la notte del 23 al 24 di giugno. Per noi è magica, non a caso è la notte delle streghe. E' la notte più corta dell'anno e l'indomani è il giorno più lungo dell'anno (sempre riguardato alla luce solare!) si festeggia il solstizio d'estate ed è proprio nelle ore intorno a mezzanotte e prima dell'alba che la terra, l'acqua e le piante sono magiche, che i patti e le parole che si stringono e si dicono intorno al fuoco segneranno tutto l'anno fino al prossimo solstizio.
Rituali, danze, promesse, amicizie e amori si rafforzano o prendono vita!
E come tutti gli anni, decedente di una stirpe di streghe di montagna, seguo i riti fatti da sempre, dalle mie antenate...
Non c'è cena di revetlla, fatta bene, sensa una fetta di coca e una coppa di cava (spumante), dopo di chè, si da il via alla festa e al fuoco* perché questo purifica e brucia le brutte esperienze e sofferenze. La vita ricomincia!
(a tutte le mie antenate, in speciale alla mia trisnonna, mia nonna e mia mamma)
Ingredienti:
375 gr. di farina manitova
100 gr. di zucchero
75 gr. di strutto
2 uova (io dal contadino!)
20 gr. di lievito di birra
mezzo bicchiere di latte
la scorza di 1/2 limone non trattato, grattugiata
anice (liquore)
Per decorare:
frutta candita a piacere
crema pasticciera questa
pinoli (obligatorio!)
Per verniciare:
e acqua q.b.
Sciogliere il lievito dentro il latte tiepido, aggiungerci 3 cucchiai di farina e lavorare bene fino ad ottenere una massa liscia e omogenea. Lasciare riposare in un luogo caldo fino che raddoppia il volume (in questo caso col caldo che fa è lievitato in fretta!)
Con la farina a forma di vulcano versarci dentro lo strutto, le uova un po' sbattute, lo zucchero, il sale, la scorza di limone grattugiata e un bicchierino ( due ditta) di anice. Impastare e poi aggiungere il primo impasto lievitato continuando a lavorare, se serve aggiungere farina per non attaccare alla superficie di lavoro, così fino ad ottenere una massa liscia e compatta.
Preparare una teglia da forno, bella grande, e foderala con della carta da forno e ungerla con un filo d'olio. Addagiarci l'impasto dandole una forma ovale ma allungata e appianarla ottenendo lo spessore di un centimetro o qualcosa di più (a occhio...). A questo puntopotete decorarla con la frutta e aspettare a infornarla quando sarà doppiato ancora in suo volume. Ma io per paura, aspetto che raddoppi, ci metto allora la frutta candita e ci faccio delle righe incrociate, con il dito, in modo di metterci una striscia di crema pasticciera con l'aiuto della sac a poche, poi spennellare con lo sciroppo, preparato sciogliendo lo zucchero in poca acqua e un filo di anice e cospargerci i pinoli.
Infornare a 180 C° per 20/25 minuti (io 30 ma il mio forno è lento...)
* Il fuoco al quale mi riferisco sono i falò. Per questa festa così come per quella di Sant Jaume (Giacomo)
375 gr. di farina manitova
100 gr. di zucchero
75 gr. di strutto
2 uova (io dal contadino!)
20 gr. di lievito di birra
mezzo bicchiere di latte
la scorza di 1/2 limone non trattato, grattugiata
anice (liquore)
Per decorare:
frutta candita a piacere
crema pasticciera questa
pinoli (obligatorio!)
Per verniciare:
anice (liquore)
2 cucchiai di zucchero e acqua q.b.
Sciogliere il lievito dentro il latte tiepido, aggiungerci 3 cucchiai di farina e lavorare bene fino ad ottenere una massa liscia e omogenea. Lasciare riposare in un luogo caldo fino che raddoppia il volume (in questo caso col caldo che fa è lievitato in fretta!)
Con la farina a forma di vulcano versarci dentro lo strutto, le uova un po' sbattute, lo zucchero, il sale, la scorza di limone grattugiata e un bicchierino ( due ditta) di anice. Impastare e poi aggiungere il primo impasto lievitato continuando a lavorare, se serve aggiungere farina per non attaccare alla superficie di lavoro, così fino ad ottenere una massa liscia e compatta.
Preparare una teglia da forno, bella grande, e foderala con della carta da forno e ungerla con un filo d'olio. Addagiarci l'impasto dandole una forma ovale ma allungata e appianarla ottenendo lo spessore di un centimetro o qualcosa di più (a occhio...). A questo puntopotete decorarla con la frutta e aspettare a infornarla quando sarà doppiato ancora in suo volume. Ma io per paura, aspetto che raddoppi, ci metto allora la frutta candita e ci faccio delle righe incrociate, con il dito, in modo di metterci una striscia di crema pasticciera con l'aiuto della sac a poche, poi spennellare con lo sciroppo, preparato sciogliendo lo zucchero in poca acqua e un filo di anice e cospargerci i pinoli.
Infornare a 180 C° per 20/25 minuti (io 30 ma il mio forno è lento...)
* Il fuoco al quale mi riferisco sono i falò. Per questa festa così come per quella di Sant Jaume (Giacomo)
Les flames del foc la nit tornen día,
Si arribes l’amor, que dolç que sería.
La nit de Sant Joan, és una frontissa.
La porta de l’any, tan grinyoladissa.
Comença a tancar-se. Doneu-me xampany!
Que és la nit més curta i el día més gran.
Doneu-me xampany, doneu-me xampany!..."
mmmmm, quina bona pinta Mai, deu estar bonissima!!!
RispondiEliminaChe bello il culto del sole, mi piace un sacco! Come mi piace tantissimo anche questo dolce :-) Buona settimana!
RispondiEliminaQuante cose da imparare... :*
RispondiEliminaMa che meraviglia di racconto!! Anch'io amo la magia della notte di San Giovanni, anche se non l'ho mai celebrata con rituali poetici. Splendida questa Coca, dolce, colorata e profumata. Un abbraccione bella streghetta, a presto!
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