domenica 30 settembre 2012

PRISCILLA e il ROTOLO di patate

Le mie amiche, il primo giorno che l'hanno assaggiato l'hanno soprannominato il Rotolo Regina. Credo sia stata la Claudina, e ricordo perfettamente che eravamo sedute in cucina, in quella che veniva chiamata, affettuosamente, la casa delle vipere. 
Ci vivevamo in tre, la Claudiona, la Giulia ed io. Per me è stato il periodo più buio della mia vita, ma grazie a loro e tutti gli amici è stato anche l'anno delle scoperte (tra queste il cozzaro) delle nuove e splendide amicizie e la conferma che da ogni cosa brutta devi saperne cogliere il bello! 
In quella casetta, non eravamo mai da sole, tutti gli amici e amiche facevano tappa da noi, a volte anche a dormire e ci si accampava in sala, sui divani o per terra. Molte di noi eravamo tornate single (direi che quasi tutte, ecco perché la casa delle vipere...) e così ci si vedeva spesso e si mangiava da noi,' per poi uscire di "festa".
In casa, quella che era sempre ai fornelli indovinate un po' chi era?... già...
Una di quelle volte, che abbiamo mangiato insieme, è stato quando ho preparato questo rotolo. Lo imparai di mia mamma, lei lo faceva spesso di estate, e a casa piaceva a tutti da matti! 







E' un piatto estivo, molto semplice ma molto saporito e quello che mi fa impazzire e che lo puoi farcite e guarnire nei modi più spettacolari e eccentrici possibile, più cose li metti più bello è! Portarlo a tavola vuol dire figurone assicurato!

Ma adesso viene il bello.
Questo Rotolo Regina, l'ho fatto a posta per la fantastica Paty di Andante con gusto, per il suo contest di "cinegustologia" (che tra l'altro scade oggi!) 
Perché questo rotolo? Perché tutte le volte che lo faccio penso a Claudina e a quel giorno che l'ha soprannominato Rotolo Regina per quanto era buono e scenografico! E Per me, la regina più coreografica e vestita da sballo è lei, Priscilla, la regina del deserto! Sarà anche la forma... sarà per tutti i colori e varietà di cambi d'abito nel film... si, avete capito bene, il mio rotolo regina mi ricorda proprio a lei/lui, l'autobus Priscilla e i suoi passeggeri, delle fantastiche drag quen. Ognuna con le loro storie, che una volta travestite, farciti coi seni finti, e guarniti di piume e sberluccicchini diventano uno spettacolo! 


Questo film vinse l'oscar nel 1995 come migliori costumi (anche se qualcuno di loro era costato meno di 8 euro!) un chiaro esempio che a volte, con poco, si è fatto bene,  fai tanto...!




Ingredienti:
4 k di patate
4 uova soda
2 scatolete di tonno
olive verdi e nere
mais
salmone affumicato


Maionese del cozzaro:
1 uovo
un cucchiaino di senape
un pizico di sale
1 cucchiaio di aceto di mele
olio di girasole q.b. (fino che diventa densa)

Lavare e pelere le patate, farle a dadini e bollirle in acqua salata.
Mentre bollono preparare la maionese. 
Tenere da parte 1 uovo sodo, qualche oliva verde e nera, chicchi di mais e strisce di salmone per decorare. Con il resto preparare il ripieno metendo tutti gli ingredienti, a pezzetti o sminuzzati, dentro una ciotola e condirli bene con la maionese.
Scolare bene le patate, passarle per lo schiaccia patate e dispor e questo pure sopra un panno di cottone, questo vi servirà per aiutarvi al momento di arrotolarlo. Creare una forma quadrata e piana aiutandosi con le mani unte d'olio.
Distribuire il ripieno lasciando un paio di centimetri a un lato, lì dove si chiuderà il rotolo.
Ulilizare la maionese restante per coprire il rotolo e decoratelo come meglio vi sembri.



Lasciare riposare qualche ora in frigo coperto con della carta da forno, lasciandola larga senza toccare il rotolo. Servire con intorno della insalata (che a me ricordano tropo le piume e stoffe del film....!
Riguardo al ripieno, fate voi, inventate a vostro gusto e fantasia. Di fatti anche io spesso cambio ripieno, posso dirvi però che i peperoni al forno e gli asparagi ci stano benissimo, tanto dentro il farcito come anche fuori per quarnirlo!



Pensate che la mia tingo, verde pistacchio, la soprannominai Priscilla la regina del lodigiano... Paty, adesso corro da te prima che scada il tempo, ma senza nessuna delle priscille...! 








venerdì 28 settembre 2012

PASQUALINA ripiena di scarola, uvetta e pinoli

...non sono perfetta, ma ne do grazie, 
perché almeno così mi distinguo delle altre...! 
Chi mi ha tastato è d'accordo,
 che bona, sono bona e che un pezzo tira l'altra! 
E mi accontento così, perché con poco mi basta. 
Diciamo che sono una ragazza semplice e che si arrangia ,
con quel che c'è, o quel che avanza.
 Ma per trovarne una "vera" come me,
adesso non serve aspettare a Pasqua...!"
       
                             (Pasqualina la vulcana)




Le ho dato dei pugni dopo che l'ho passata al matterello (la pasta s'intende...). Ho provato a farla girare in cielo (come fanno con le pizze...) fino al punto che ho rischiato di bucarla. 
Ho usato anche la manitova invece della (0) e questo devo dire è stato un cambiamento. 
"Macchè"... sembrava che avesse vita propria, e se la prima è crollata appena l'avevo messa in piede, questa ne è uscita vittoriosa dal forno, per poi precipitare più in fondo dell'altra, dopo spenelarci l'olio (diciamo che assomiglia a un vulcano inattivo...)
Ripeto, il sapore di questa pasta è super, l'ho detto già nella prima, ma da provare con il ripieno che vi racconto qua sotto...
Grazie di nuovo Vito, della Cucina Piccolina, e Alessandra e Daniela del MTCpotette essere sicure che ho trovato la pasqualina che più si addice alla mia famiglia: imperfetta e bruttina, ma che ti fa sorridere di felicità al primo morso! 




Per l'impasto:
Le dosi sono sempre quelle della Vito qui.
300 gr. di farina (questa volta manitova)
30 gr. d'olio (io extra vergine)
1/2 bicchiere di vino bianco seco
1/2 bichiere circa d'acqua
(totale di liquidi 150 gr.)

Impastare gli ingredienti e dividerli in 5 palline, lasciarle riposare coperte per 1ora, molto meglio se nono 2 ore.

Per il ripieno:
2 scarole
1/2 porro
125 gr. di ricotta
15 gr. d'uva passa (messa a bagno e strizzata)
1 cucchiaio colmo di pignoli 
50 gr. di parmigiano grattugiato 
3 uova (fresche dalla cascina)
sale
pepe 
noce moscata
olio extra vergine




Lavare il porro, tagliarlo a rondelle e farlo ammorbidire con dell'olio in padella
Lavare le scarole e tritarle grossolanamente, poi aggiungerle al porro, condire con del sale e cuocere fino che le scarole sono cotte. Mettere da parte. Saltare in padella i pinoli e l'uva passa e mischiarli alla scarola, poi versarci la ricotta, il parmigiano, la noce moscata e amalgamare bene.
Con il matterello tirare la prima pallina di pasta, continuare a tirarla con i pugni, (confermo, non è facile, ma stò prendendo la mano...). Deve essere una sfoglia o belo sottile facendo attenzione a non bucarlo.
Ungere bene un stampo da 22/24 cm. con dell'olio e foderare con il primo dei 5 veli, ungere questo e appoggiarne un secondo velo sopra. Versare il ripieno e ricavare 3 bucci dove romperci le uova fresche, salarle, peparle e versarci un filo d'olio. Coprire con un'altro velo, ungerlo, facendo attenzione a non rompere le uova sotto. Ancora una altro velo e ungere anche questo, poi appoggiarci l'ultimo strato sopra e ungerlo pure. In mezzo a questi due ultimi strati, infilarci una cannuccia, sigillare la pasta nei bordi in modo di non fare uscire l'aria soffiata dolcemente con questa cannuccia, ed ecco la famosa cupola di questo mese! La cupola del MTC che ha fatto girare la testa a tutto internet...
...ok, ritirare la cannuccia, chiudere bene e infornare per una 50a di minuti, forno caldo a 180 C° fino che è dorata. 



 Vito,  Alessandra e Daniela, eco per voi la mia seconda Pasqualina, "la vulcanica"... 
per l'MTC di questo mese di settembre.










giovedì 27 settembre 2012

MUFFIN al cioccolato con cuore di albicocca

...per Sara, Sofia e Alice...



Credo che questi muffin non li avrei mai fatti, se quel giorno no fossi andata a trovarle. Tre femmine bellissime e dolci. Sara, la mamma, e le bimbe Sofia ed Alice, che sembrano uscite da una favola d'altri tempi! Ci vediamo poco, lo riconosco, ma quando stò con loro mi sembra come se ci fossimo visti l'altro giorno. Poi però, guardi le piccole e vedi che non sono tanto piccole come l'ultima volta, ciò vuol dire che non era proprio l'altro giorno! E mi sento un po' in colpa e penso che ci dobbiamo vedere più spesso. 
Poi, la solita rutine... e passa sempre tanto tempo...



La ricetta di questi muffins è tratta da qui con qualche variante.

200 g di farina 

150 g di zucchero mascobado
2 uova
3 cucchiaini da caffè di lievito 
40 gr. di cacao in polvere
150 ml di latte intero
70 g di burro fuso (ma non caldo)
30 gr. di gocce di cioccolato
pizzico di sale
70 gr. di cioccolato fondente
Marmellata di albicocca q.b.

Premesso che mi sono servita di questo meraviglioso aggeggio per riempire i muffin. Lo comprato questo estate a Barcelona, e anche se il colore rosa mi ha fato dubitare se prenderlo o no, devo dire che funziona!


Riscaldare il forno. Preparare gli stampini, io ho usato quelli al silicone, anche questi sono un nuovo acquisto, una delle uniche cose comprate ai saldi, ma sono da 6, e come l'impasto è per 8 mi sono munita di un paio di formine singole. Dentro a tutti ciò messo dei pirotini, (ho anche imburrato i due single per comodità, in quelli al silicone non serve).

Munirsi di due ciotole, una per gli ingredienti "umidi": uova, latte, burro. L'altra per gli ingredienti "secchi": farina, zucchero, lievito, caccao, le gocce di cioccolato e il pizzico di sale. Amalgamare bene ognuna e poi unirle mischiandole bene e versare in ogni stampo fino a 3/4 più o meno. Infornare a 180 C° per 20/25 minuti.
Sfornare e fare raffreddare su una griglia rialzata.
Una volta freddi, posizionare "l'aggeggio" sopra il muffin, nel centro e premere ma senza arrivare in fondo, poi girare, srotolando (come quando si toglie una vite, per intenderci) e co il manico a mola si preme, come fosse una siringa lasciando uscire il pezzo prelevato. Tenerlo da parte, servirà per fare poi il "tappo" del muffin. Riempire di marmellata e chiudere con un pezzettino di quello ricavato.


Sciogliere il cioccolato a bagno maria, versarne a piccole dosi sopra i muffin, per sigilare in ripieno e farli ancora più golosi!
Per Sofia e alice ci ho messo dei piccoli animaletti di zucchero, dolci, dolci come loro!



...Siete 3 donne speciali!




martedì 25 settembre 2012

PASQUALINA con ripieno di coste

"...Era cominciata bene, le basi c'erano, le pareti erano solide, e il ripieno delle fondamenta era della consistenza giusta. Quelli che "fedelmente" venivano a pranzare tutti i giorni intorno a tale costruzione (vale a dire il cozzaro) si sarebbero meravigliati di tale lavoro architettonico. Ma non fu così. La cupola non regge e crollò qualche istante dopo essere stata messa in piedi. Per fortuna, non c'erano stati altri feriti a parte l'orgoglio del costruttore... ma d'altro canto non ci fù ne anche nessun testimone, che confermare tale bellezza in questioni di cupola, perché questa, così come si era alzata era andata via, con un semplice soffio di vento..."

(Tratto da: Il Colore della Curcuma. cap. La cupolla Pasqualina del MTC. pag. 235)



E questa, è la prima pasqualina che preparo, tale e come c'è scritto nei comandamenti della nostra cara Vito, vincitrice del MTC di luglio, che molto sapientemente ci ha saputo illustrare tutte le fasi e le norme per "costruire" una PASQUALINA ad D.o.c., sotto li occhi vigili delle donne del Menù turistico, Alessandra e Daniela.
Per me è stato una scoperta questa storia dei velli e della cupola, ma come al solito, anche se ci sono stati incidenti di percorso, il divertimento e il fatto d'imparare è prevalso su tutto, e anche se non sono riuscita a fotografare la prima cupola bella gonfia, mi sono promessa di ripetere, perché sono testarda, perche ce la voglio fare, e perché ho tante verdurine di fare fuori o mi vano a male...!
In questa, come ripieno, ci ho rifilato le coste, la parte verde, i manici li ho riciclati sbollentandoli e saltandoli in padella con della curcuma, del coriandolo e un filo di latte. Mi ci sono fatta la schiscetta per il pranzo de l'indomani!

Per l'impasto:
Le dosi sono quelle della vito qui.
300 gr. di farina (io "0")
30 gr. d'olio (io extra vergine)
1/2 bicchiere di vino bianco seco
1/2 bichiere circa d'acqua
(totale di liquidi 150 gr.)

Impastare gli ingredienti e dividerli in 5 palline, lasciarle riposare coperte per 1ora, o ancora meglio 2.

Per il ripieno:
4 coste (prive del manico, parte bianca)
1 cipolla dorata
125 gr. di ricotta
1 yogurt bianco
50 gr. di parmigiano grattugiato 
3 uova (fresche dalla cascina)
sale
pepe 
olio extra vergine

Pelare e lavare la cipolla, tritarle e farla ammorbidire in padella con dell'olio. Mentre lavare le coste (parte verde) e tritarle, aggiungere alla cipolla, salare e cuocere fino che le coste sono morbide e si è asciugato l'acqua che queste lasciano andare. Mettere da parte e far raffreddare. Poi aggiungere la ricotta, lo iogurt e il parmigiano e amalgamare bene.
Con il matterello tirare la prima pallina di pasta, poi continuare a tirarla con i pugni, come dice Vito non è facile ma alla quinta pallina ci cominci a fare la mano... il pugno! Deve essere una sfoglia o belo sottile facendo attenzione a non bucarlo, cosa molto facile.
Ungere per bene un stampo da 22/24 cm. con dell'olio e foderare con un velo, ungere questo e appoggiarne un secondo velo sopra, versare il ripieno e ricavare 3 bucci dove romperci le uova fresche, salarle e peparle e versarci un filo d'olio. Coprire con un'altro velo e ungere anche questo d'olio facendo attenzione a non rompere le uova sotto. Ancora una altro velo, ungere anche questo e appoggiarci l'ultimo sopra e ungerlo pure, ma in mezzo a questi due ultimi infilarci una cannuccia, piegare la pasta dei bordi in modo di sigillare gli strati e soffiare dolcemente, creando la famosa cupola! Ritirare la cannuccia e chiudere bene. Va infornata per una 50 di minuti a forno caldo a 180 C° fino che è dorata. Quando la sfornate va spennellata ancora con del'olio, e se è fata a regola d'arte, la cupola cede come se fosse un velo. La mia era scesa già prima d'infornare, perché molto furbamente l'ho bucata facendomi l'auto scatto... non si possono fare certe cose contemporaneamente...!



Ecco allora, la mia prima costruzione per  MTC,di settembre. Grazie Vito Alessandra e Daniela per questa scoperta di tradizioni, e vi assicuro che questa stupenda pasta verrà adottata di sicuro, dalla casa Esteve/Bellocchio!



lunedì 24 settembre 2012

Lonza di maiale con salsa DOLCE di cipolla e mirtilli

Ho comprato una scorta (abbondante) di cipolle di Tropea e vado avanti a utilizzarle e apprezzando ogni volta di più la sua versatilità e la sua dolcezza!
Poi con quel suo colore, e forma tanto particolare, mi riferisco a quelle lunghe...
E questo mi ha fatto pensare alla sfida di due delle donne più colorate della blogosfera del food, Cinzia e Valentina.
Questa volta il colore del contest di settembre è il viola (sicuramente Cinzia ne è contenta...) ma insieme al colore, e mi sembra più che giusto, il contrasto di sapori e consistenze deve essere evidente e coerente e questo crea il contest ancora più interessante! 
Questa volta ho soddisfatto mio marito, che è ghiotto di maiale, al contrario di me, e con questo sughero viola è stato zitto fine a fino pasto, cosa molto difficile, credetemi! E non ha voluto neanche il caffè, perché secondo lui li avrebbe cancellato quel sapore di maiale con la salina viola tanto "spettacolare..."! Ho lavato i piatti soddisfatta, anche se purtroppo, domani è lunedì...



Ingredienti per 2:
600 gr. di lonza di maiale
5 cipolle di Tropea
100 gr. di mirtilli
sale
olio extra vergine
zucchero mascobado 
latte q.b.

(come guarnizione una o due patate dolci)


Ho sentito dire che se il maiale si fa marinare nel latte, diventa più morbido, e ho voluto provare. Ho messo la lonza di maiale dentro una schiscetta (baratolo) e l'ho riempita di latte, (ce ne voluto poco perché la lonza ci stava quasi su misura) ci ho messo il coperchio e poi nel frigo per tutta la notte. 
Tolta dal latte, l'ho cotta nella mia meravigliosa Staub con dell'olio, girandola a misura che diventa dorata e salare verso fine cottura (non meno di 45 minuti, ma consiglio di controllare).
mentre cuoce la carne lavare le cipolle e tritarle finemente, cuocerle in una caseruola con dell'olio, e a misura che cuociono aggiungere dell'acqua calda per mantenere i liquidi. salare e continuare la cottura. Quando sono belle morbide aggiungere 2 cucchiai di zucchero mascobado, amalgamare e versare metà dei mirtilli ben lavati. Schiaciarli con in mestolo di legno e amalgamare bene il tutto.
Saltare in padella il resto di mirtilli, lavati, e farli caramellare con altri 2 cucchiai di zucchero.
Tagliare la lonza a fette e adagiarle sul piatto, versarci sopra la salsa viola e cospargere con dei mirtilli caramellati.



Per fare la salsa più omogenea ho passato metà di questa nel minipimer, e poi mischiata di nuovo al resto, così si è mantenuta la textura della cipolla ma è diventata più facile da condire.
Ho pelato e tagliato delle tatuate dolci a rondelle, e saltate in padella con un pò d'olio. Bagnate in questa salsa sono strepitose! Quasi, quasi, faccio una padellata di questa salsa viola e la conservo sottovuoto... che ne dite Cinzia e Valentina, si conserverà...?