sabato 30 aprile 2011

non solo PASQUALINA...

A casa mia, da piccoli, ci insegnavano a mangiare la verdura, anche se è risaputo che i bambini sono capricciosi con gli ortaggi... ma noi, avevamo un gioco stupendo che variava secondo le stagioni, e che poi diventava una gara a chi mangiava più pisseli o spinaci, zucchine o carciofi!
Questo gioco era la "raccolta", ovviamente non era un vero e proprio lavoro in campagna, ma ben si, una gita con i miei, un modo per far si che mangiasemo tutte queste cose più volentieri. Perché in fondo eravamo orgogliosi, le avevamo raccolte noi! Ed è funzionato, perchè adoro le verdure!
Non serve che vi dica quanta differenza ci sia tra un ortaggio appena raccolto e uno confezionato...  come per esempio gli spinaci!


Dalle nostre parti, gli spinaci, una volta lavati e bolliti, si saltano in padella con dell'olio, pinoli e uvetta ma se vi piace potete fare come mio papa che ci aggiunge la pancetta affumicata. 
Poi arrivo in Italia e scopro la Pasqualina, inevitabile... ho fatto un mix! 


















Per la pasta Brisse
350 g di farina
150 g di burro (dal frigo)
1/2 cucchiaino di sale
acqua quanto basta
2 cucchiai di latte

Per il ripieno
600 g di spinaci (cotti e scolati)
150 g di ricotta  

100 g di parmigiano grattugiato
30 g di pinoli
30 g di uvetta 
40 g di pancetta affumicata 
olio extra vergine
sale
3 uova 

Per preparare la pasta, prendere il burro dal frigo e tagliarlo a dadini molto piccoli, versarli in una fonte e aggiungere la farina setacciata, il sale e cominciare ad amalgamare fino ad ottenere una pasta sabbiosa. Aggiungere 5 cucchiai di acqua e impastare velocemente. Se serve aggiungere altra acqua, poi creare una palla, avvolgerla con pellicola trasparente e farla riposare nel frigo per 30 m.
In una padella molto capiente, con dell'olio, cuocere la pancetta, poi i pinoli e l'uvetta.
Versare gli spinaci (cotti e strizzati) e fare insaporire. Togliere dal fuoco e versare in una fonte con il parmigiano e la ricotta. Mischiare tutto e mettere da parte.
Ungere uno stampo e infarinarlo.
Togliere la brisée dal frigo e tirarla fino ad ottenere uno spessore di 3/4 mm. Foderare lo stampo lasciando sbordare un pò la pasta che poi servirà per sigillare.
bucherellare lo sfondo e riempirla con il composto di spinaci. E adesso viene il bello...
ho voluto fare una prova, e qua centra l'uovo! Di solito tutti mettono le uova soda, ma ho pensato: tanto la torta deve comunque cuocere almeno per 40 minuti...mmmm... quasi, quasi provo, e le metto crude! E l'ho fatto!


















3 uova (una per Leo, una per Frida ed una per me) ho fatto spazio, tre buchi nel ripieno dove ho versato le uova. Poi con molta attenzione ho coperto la torta con la pasta restante e sigillata prendendo i bordi avanzati dalla base. E poi bucherellato sopra e verniciata con il latte. Al forno per una quarantina di minuti fino che sarà dorata.



Con questa torta salata abbiamo dato il via al pranzo di Pasqua, rigorosamente primaverile, fuori in terrazzo, con fiori ovunque anche sulla tovaglia della mamma...
Questa sarà, la mia ricetta da presentare ad Ambra di il gatto ghiotto  per il suo contest mise en place 



giovedì 28 aprile 2011

SUSHI homemade o 9 mesi senza pesce crudo...

E se vi dico che l'ho mangiato a merenda?
Che questo è un esperimento? Non solo fotografico... (se andate avanti capirete il perche...!)
Dico sperimento perché ci sono sempre delle "simpatiche cavie" (s'intende marito e amici… in senso affettuoso) che no si tirano indietro al momento degli assaggi! 
Credo, che in parte, mi diverto tanto in cucina perche ci sono loro. 
Sono felice quando preparo qualche ricetta pensando agli altri… questa è studiata e pensata a DOC per Erica, neo mamma! Non ha potuto mangiare il pesce crudo per tanti messi e ho pensato di fare un sushi  homemade proprio per lei!
Ma cosa c'è dentro questi maki? 
In uno  pancetta e broccoli, nell'altro cime di rapa e asciughe. Segliete!
E la salsina? 
Niente soia, ma una fonduta semplice di formaggi.

ingredienti per 10 maki
175 g di riso Roma
2 cucchiai di aceto di riso o di mela
un pizzico di zucchero
un pizzico di sale.
5 filleti/strisce di asciughe (vedi foto)
40 g circa di cime di rapa (lessate)
5 fette di pancetta molto sottili
40 g circa di broccoli (lessati)
per la salsa di formaggi
50 ml di latte (io di soya)
una noce di burro
100 g di formaggio, quello che preferite
(io ho mischiato fontina e parmigiano)

Lavare il riso fino che l'acqua non è più torbida. Versatelo in una pentola con dell'aqua fredda e lasciate riposare per 20 minuti, vedrete che il riso è diventato un pò più bianco.
Scolatelo e versatelo di nuovo nella pentola con 200 ml di acqua e cuocere con il coperchio fino a che questa evapora, circa 10 minuti. Poi alzare il fuoco per un paio di minuti e spegnere. Fare riposare altri 20 minuti, coperto. Mentre sciogliere lo zucchero nell'aceto.
Versare il riso in una bacinella e allargarlo, deve essere asciutto. Mescolarci l'aceto e coprire con un panno umido per non seccarlo, lasciare da parte.
Munirsi di un tappetino di legno e pellicola trasparente (vedi foto sopra). Quando il riso è freddo stenderlo a forma rettangolare con spessore di 5/7 millimetri e appiattire. Sopra posizionare gli ingredienti (la pancetta l'ho passata in padella per sciogliere un pò il grasso e fare più gustoso il maki, e poi Erica non mangia la pancetta cruda). Arrotolare aiutandosi del tappetino formando dei salsicciotti e stringerli bene grazie alla pellicola. Mettere in frigo per almeno mezza ora. 

Preparare la salsa ai formaggi mettendo latte, burro e formaggi in un pentolino fino che si sciolgono e amalgamano bene, nel caso aggiungere qualche cucchiaio di latte se si addensa tropo. Ritirare dal fuoco e mantenerla al caldo.
Prendere i salsicciotti dal frigo, togliere la pellicola e tagliarli a fette da 3 cm l'una, appoggiarli in piedi e condire con un filo di salsa al formaggio calda, quella che avanza, portatela a tavola!

Con questa ricetta, corredata da così poche foto... va alla raccolta "risottiamo " del blog La cucina piccolina.



mercoledì 27 aprile 2011

"dù spaghi" tra una lezione e l'altra...

...e pure quando studiavo questa frase era la stessa, soltanto cambiava la lingua... 
("un plat d'espaguettis").


I ricordi più belli che ho di quando studiavo sono quei 3 anni vissuti con Marta in una casa abbandonata e messa a posto da noi stesse. 
Quella casa, era pulita e imbiancata in una settimana, i mobili trovati in strada e messi a nuovo da noi, erano proprio una meraviglia, D'altronde due future grafic designer, vuoi che non facciano miracoli? 
La casa era vicino a Barcelona a 30 minuti di treno, e poi 5 minuti a piedi, la Llotja . 
Lì studio Picasso ma solo per qualche mese, e obligato da suo padre, visto che era insegnate di pittura proprio lì! 
(mi piace spiegare questa anegdota... anche se io la scopri al 5 anno!)

Gli orari erano anarchici, come la scuola tra l'altro... ma non cambierei mai i miei momenti belli e brutti in quelle sale e corridoi, o al bar/mensa dove facevano dei tost che ancora non ho dimenticato! 
In quel periodo lavoravo in un studio di design (quando ancora non c'erano i computer!!) così andavo al pomeriggio a lezioni mentre Marta ci andava al mattino. Erano poche le volte che coincidevamo a pranzo ma quelle poche volte ci facevamo "dù spaghi"! 
Erano fatti a regola d'arte, a punto... c'era colore, proporzione e diciamolo pure... quello che trovavamo nel soprannominato  "armadio delle meraviglie", vale a dire:  tonno, pomodoro, alici, sgombri, olive e a volte capperi o funghi sottolio! 
Ma io, il condimento che preferivo era ancora più semplice. Con le erbe aromatiche del nostro terrazzino. (ho fatto 50 traslochi nella mia vita, ma sempre ho con me le piantine degli aromi). E poi, vogliamo parlare della pasta? Da noi non era un gran che... averla conosciuta allora la Garofalo...! Ma ci si doveva arrangiare.
La fortuna era che i miei avevano gli ulivi, orti e vigneti, e come da manuale, quando andavo a trovarli, tornavo nella casetta con la borsa piena di viveri: olio, zucchine, pomodori... Un bicchierino d'olio andava a finire nel nostro baratolino o botiglietta di vetro che riempivo con salvia piutosto che menta o rosmarino, a volte si aggiungeva un aglio, se c'era, e poi ci si condiva la pasta, magari nel frigo c'era una zucchina single e pure lei finiva in padella!
Così in memoria di quei tempi e grazie a Clear di Il pomodoro rosso, ho proposto a mio marito (anche lùi un tempo studente di filosofia) questi spaghetti alla buona, con la pasta Garofalo, la nostra preferita! Risultato? Ho vinto un pomeriggio pieno di ricordi e aneddoti, proprio di "dù spaghi fà..."!
Che poi, ripensandoci adesso, questa è veramente una ricetta sana e nutriente non che sbrigativa!







































Dal armadio delle meraviglie:
11 mandorle (tritate)
olio extra vergine
sale

Dal frigo triste:
1 zucchina "single"
1 spicchio d'aglio (ottativo)

Dal terrazzo magico:
menta (due pugni)


Riempire mezzo baratollino o bicchiere con dell'olio extra vergine. 
Cogliere due pugni di menta fresca, labarla e asciugarla bene, tritarla e versare dentro l'olio. Se vi piace il sapore, potete aggiungere uno spicchio d'aglio senza camicia, ma non tritato. Amalgamare e girare per qualche minuto per fare insaporire.

Mettere a bollire la pasta (spaghetti Garofalo) in acqua salata.
Nel mentre lavare la zucchina e farla a dadini, saltarla in padella con un cucchiaio del olio preparato. Farla dorare a fuoco vivo per 2/3 minuti così dentro rimane croccante. Spegnere il fuoco.
Tritare le mandorle grossolanamente e mettere da parte.

Scolare la pasta, al dente, e versarla nella padella insieme ai dadini di zucchina, a fuoco spento, ancora qualche cucchiaio dell'olio a vostro piacere e servire con sopra un pò delle mandorle tritate.
Portate a tavola il preparato di menta e il suo cucchiaio perche vi piacerà.







































Questa è una idea che stà bene anche per condire le insalate di pasta o di riso. E se abanza, nessun poblemma, chiudere bene il contenitore facendo atenzione che la menta rimanga coperta dall'olio.

Facendo il resoconto... vedo che: adesso le lezioni sono di "vita", gli orari sono sempre stretti e le piante sempre in terrazzo, l'unica cosa che è cambiato è il mio coinquilino e la pasta. Tutti e due rigorosamente italiani! Non lo avrei mai detto... come non avrei mai immaginato che la pasta dei anni di studio sarebbe finita in un contest come questo di Clear di Il pomodoro rosso e con la Garofalo come partner!



martedì 26 aprile 2011

TAM...tam...!!


TIMBALLI di primavera... 

Così li ho voluto chiamare. Mi sembrano piccoli timballi, ripieni di stratti colorati, pronti per essere suonati da coltello e la forchetta!

E anche questa volta l'MTchallenge e Stefania , sono riuscite a farmi scoprire un'altra pietanza, a me nuova, va beh... nuova non, diciamo che non l'avevo mai fatta, e pure ne ho sentito parlare. Vedevo questo semolino negli scafali dei supermercati, ma lo snobbavo... e ho fatto male, malissimo! Ma quante cose si possono fare con questo semolino?!!!!! 
Come al solito, ho fatto le mie prove prima di presentare i tam... tam... come per esempio i fiori di semolino con cuore di speck e salsa di noci e zafferano che presto posterò! Ma lasciatemelo dire, i timbali mi hanno rubato il cuore con tutti i suoi stratti! Che ci posso fare, vado matta per i colori e le verdure... per le novità e le cose nuove da provare!!! 

L'araba felice in cucina, dovrà essere coscente che ha dato il via a questa pazzia per il semolino. La pasqua l'ho passata a girare l'impasto nella pentola e tagliarne formine e formine, a fare salse e ripieni! Ed è stato bello perche Leonardo ha partecipato... asagiando chiaro! Ma poi, la tavola pasquale però, è stata molto colorita!!!





















Ed eco la ricetta di Stefania:
GNOCCHI DI SEMOLINO per 6 porzioni circa (per otto timballi)
un litro di latte
250 g di semolino
2 tuorli
20 g di burro
sale, noce moscata
100 g di parmigiano grattugiato

per la bechamelle (ne ho fatto di più)
mezzo litro di latte (75ml)
45 g di burro (55 g)
45 g di farina (65g)
sale, noce moscata
ulteriore parmigiano per gratinare

per il ripieno e sopra
3 zucchine
3 carote
olio d'oliva
sale
50 g di pecorino grattugiati
pane grattato
emmental a fili (con lo sbuccialimoni )

per la salsa "dolcina" di acompagnamento
450g di pelati (passati al mixer)
mezza cipolla
1 cucchiaio di zucchero di canna
3 cucchiai di rum

Cominciamo preparando il ripieno. In una padella con del olio caldo, cuocere le zucchine lavate e tagliate a rondelle sottili, e anche le carote pelate e fatte lo stesso a rondelle, aggiustare di sale e cuocere fino quando sono morbide e un pò dorate.
Di seguito prepariamo il sugo rosso grattugiando la cipolla. La facciamo imbiondire in una padella capiente con del olio, dopo aggiungere il pomodoro (munirsi di coperchio/paraschizzi!), lo zucchero e cuocere per 5 minuti, versare il rum e amalgamare, un pizzico di sale e cuocere per altri 10. 
Questa salsa un ò dolciastra contrasta e da un tocco fresco ai timballi.

Per i gnocchi (ripeto quel che ha detto l'araba... )
...in una pentola grande scaldare il late con il sale e la noce moscata e portare ad ebollizione.
Versarvi il semolino mescolando in continuazione. Portare il fuoco più basso finche il composto solido e compatto si stacchi dalla pentola.
Togliere dal fuoco e una volta tiepido aggiungere i 2 tuorli, il parmigiano ed il burro. Controllare di sale e amalgamare tutto con forza. Versare il composto in una teglia coperta con carta forno bagnata e strizzata. Livellare con le mani bagnate fino ad appiattirlo ad uno spessore di un cm...

Tagliarli del cerchi di 8 cm. (3 per timbalo) e mettere da parte.


Per ultimo preparare la bechamelle  fondendo il burro,  e quando questo è appena sciolto versare la farina. Girare con un mestolo di legno e farla tostare leggermente. Aggiungere a poco a poco il latte scaldato a parte. Fare addensare senza smettere di mescolando, aggiustare di sale e aggiungere la noce moscata.


preparazione
Ungere una pirofila con del burro, adagiarci i cerchi di gnocchi, questa sarà la base. Versare un su ogni uno un cucchiaio di bechamelle, poi un pò delle verdure preparate, un pò di pecorino e sopra l'altro dischetto, e così via fino a 3 per timballo.
Con la bechamelle restante foderare i timballi e sopra ogni uno versate un pò di pecorino, pane grattugiato e emmental. infornare fino quando saranno biondi.
Servire caldi, accompagnati di un filo di salsa rossa, anzi lasciatela pure sul tavolo da servirsi a piacere...!  












































e così, con questa ricetta mi presento al MTC di aprile con la mia versione dei gnocchi al semolino proposta di Stefania (l'araba felice in cucina ) e devo dire che sono contenta perche questa volta lo faccio due giorni prima del solito! Un record! (per me...)