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venerdì 12 gennaio 2018

PUERCO escondido

...si, escondido sotto una foglia di verza in compagnia di carotte e rape.
Oggi si celebra la giornata nazionale del maiale nel Calendario del Cibo Italiano, e quale megliore giorno di oggi per postare questi boconcini di maiale, "nascosti" dentro delle foglie di verza, con cipolla e carote, il tutto condito con salsa di soya?




PUERCO escondido
(bocconcini di maiale avvolti in foglie di verza
con cipolla dolce, carote e rape)






ingredienti per una ventina di bocconcini
3 carotte
1 cipolla
3 spicchi d'aglio
800 g di lombata di maiale
2 rape
una verza
sale
olio extra vergine

come contorno
4 carotte
2 rape
soya per condire

Dorate il pezzo di lombata con un filo d'olio, dentro la pentola a pressione.
Sbucciate la cipolla e le carote, tagliatele ognuna in tre pezzi e cuocete assieme alla carne bagnandola con 300 ml d'acqua e gli spicchi d'aglio. Chiudete la pentola e fate cuocere per 50 o 60 minuti. Deve risultare tanto tenera da spappolarsi solo con toccarla con una forchetta.
Lavate le foglie di verza e sbollentatele in acqua salata, o pure cuocetele al vapore e mettete da parte.
Sminuzzate la carne assieme alla cipolla e i pezzi di carota, amalgamate il tutto con qualche cucchiaio del brodo ottenuto.
Stendere, una alla volta, le foglie di verza e mettete al centro il ripieno di carne, chiudetele bene e fate saltare in padella con pochissimo olio, in modo di abbrustolire i faggotinni. 

Accompagnare con delle carote e rape, tagliate a giulliene, e saltate in padella o wok per qualche minuto, lasciandole croccanti.
Condire il tutto con qualche goccia di salsa di soya.

note:
Per la cottura della carne ho usato la mia pentola a pressione elletrica (che adoro, ma che stò ancora scoprendo cose nuove ad ogni cottura!) è così ho cotto la carne in due tempi, 40 minuti il primo per poter controllare la morvidezza e poi ho deciso di farla andare altri 20 minuti.











mercoledì 22 ottobre 2014

LASAGNA delle VALLI con farina di grano saraceno, verza e fonduta per l'MTC

Se dovesse dire quale cosa mi colpì di più quando arrivai in Italia, potrei dire che fù la semplicità con la quale i maschi si mettono ai fornelli, e io amo vedere un uomo ai fornelli, basta che non mi cucini sempre la pasta! Basta alternare con qualche altra cosa... ma ti prego, che non siano cozze!!!!
Ma non si può chiedere tutto, e in fatti tieh!
Ho pescato un pugliese, cresciuto a base di pasta e cozze.
Io invece amo la verdura, della pasta potrei farne a meno, se non fosse per quella integrale o al grano saraceno. Figuratevi quando scopri la esistenza dei pinzocheri!!!!
Di fatti, non vengo da una cultura dove la pasta la fa da regina, anche se protrei farene una mini classifica:
al primo posto ci sono i cannelloni, sinonimo di piatto delle grandi feste
seguono i maccheroni, il piatto più quotato dei bambini
dopo vengono gli spaghetti, a dotati da studenti e single ma odiati da qualsiasi nonno che si rispetti!
e arriviamo alle lasagne, queste goduriose e sconosciute! Viste come cibo peccaminoso, tipical italian, capaci di mette tutti d'accordo, grandi e piccini.
Ed è proprio come succede in questa puntata dell'MTC, dove la nostra Sabrina Gasparri, vincitrice dello scorsa gara con il suo magistrale riso pilaf, ci propone come sfida la Sig.ra Lasagna!
Non so voi, ma io ho avuto il piacere di conoscere questa donna, ed ho capito da subito quanta energia e simpatia emana. Ed è questo tipo di persone, che fanno che le cose buone e semplici diventino uniche, ancora di più se sono parte della loro tradizione. Ed io non posso che sentirmi onorata di partecipare e prendere parte ai vostri costumi e cultura, non solo gastronomica!



LASAGNA delle Valli 
con farina di grano saraceno verza e fonduta


indovina indovinello ...
ho gli strati di grano saraceno.
Son ripiena di verza e fontina,
patate, coste e casera valtelina.
Arrivata direttamente dalle valli
e so per cento 
che con un solo morso non te la cavi!

( e non sono Heidi...)



La mia lasagna è un insieme di due vali; la Valtellina, famosa per i pinzocheri conditi con patate e verze, insaporiti con aglio, salvia e amalgamati con del formaggio, come il casera valtelina DOP e il pizzoccheraia, ma anche la fontina DOP formaggio dell'altra valle, quella d'Aosta.


Ingredienti per 8 persone
Per il ripieno
900 g di verza, pulita e tagliata a strisce sottili
1 mazzeto di coste
2 patate medie 
1/2 cipolla doratta
una manciata di foglie di salvia
50 g di burro
75 g parmigiano
sale qb

Per la sfoglia
150 g di farina  0 di grano tenero (+ altra per lavorare)
150 g di farina di grano saraceno
3 uova (grandi)

Per la salsa
100 g di burro
125 g di farina 0
1 spicchio d'aglio
un mazzetto di salvia
1 l e 300 ml di brodo vegetale (io l'acqua con che ho bollire le verdure)
sale qb

Per la fonduta
100 g di formaggio pizzoccheraia
100 g di formaggio casera valtelina DOP
100 g di formaggio fontina DOP
250 ml di latte intero
2 tuorli d'uovo


Per il ripieno, lavare bene le verdure, sbucciare le patate e tagliarle a dadini. Dentro uno scolapasta grande versarci la verza, già fatta striscioline, lavarla sotto l'acqua corrente e lasciarla scolare. Pulire bene anche le coste, e quando dico pulire intendo di sotto l'acqua ma anche liberarle di quei fili plasticosi che sono le nervature del gambo (vedere foto) non sotto valutarli, quei fili sono così resistenti che nessun processo del nostro corpo li riesce a sciogliere!!! Tagliate pure le coste e i gambi a pezzetti piccoli, e mettete tutte queste verdure a bollire in acqua bollente e salata. Quando è tutto ben cotto scolare tenendo da parte l'acqua di cottura.

In una padella capiente sciogliere una noce di burro e farci ammorbidire la mezza cipolla tritata molto finemente. Quando comincia a diventare trasparente aggiungerci le foglie di salvia, pulite e tagliate grossolanamente. Cuocere per qualche minuto assieme alla cipolla fino che questa comincia a diventare bionda, allora versare la versura ben sgocciolata e amalgamare dentro la paella per farla insaporire. Qualche minuto di cottura e ritirare dai fornelli. trasferire in una ciotola capiente e tenere da parte.





In una ciotola mescolate bene le due tipologie di farina e poi versarle sul tagliere a modo di fontana con al centro le uova.

Lavorate molto bene ed energicamente l'impasto fino a quando non diventa liscio, aggiungendo, se necessario, della farina.

Fatteloo riposare coperto con una ciotola per una mezz'ora.

Riprendete l'impasto e stendetelo sottile con il matterello. 

"Impugnate il matterello tenendo le mani vicine e facendo pressione con il pollice e il palmo appena sotto. Partite dal cento e ruotare spesso la sfoglia. Man mano che cresce ruotatela arrotolandola sul matterello. I fianchi devo ondeggiare. Per farla tonda, far scorrere le mani su e giù per il matterello."

Una volta stesa, lasciare la sfoglia ad asciugare intanto che si prepara la besciamella e la fonduta.


Per la fonduta scaldate il latte e il burro dentro un pentolino, (meglio se questo è un caquelon di guisa o di terracotta) quando il burro è quasi fusso versate i formaggi tagliatti a dadini e mescolate, sempre a fiamma molto bassa, finche i formaggi siano quasi completamente sciolti. Ritirate dal fuoco e versare un tuorlo amalgamando bene, poi l'altro  e tenete da parte al caldo.




Mettete a bollire l'acqua ricavata dalle verdure.
Nel frattempo, in una padella o tegame largo, sciogliete il burro a fuoco lento facendolo insaporire con lo spicchio d'aglio fatto purea e le foglie del mazzetto di salvia, lavate e tritate finemente,  mescolate continuamente con un cucchiaio di legno.
Togliete la padella dal fuoco e incorporate a poco a poco la farina mescolate con energia per evitare che si formino grumi.
Aggiungete il "brodo" bollente un poco per volta e rimettete la salsa sul fuoco, aggiungete un pizzico di sale e non smettere di rimescolare fino a che riprende il bollore. 
Tenete da parte abbastanza liquido caldo nel caso la salsa si solidificasse prima della composizione della lasagna.
Versate 3/4 di questa besciamella dentro le verdure del ripieno e amalgamate. La salsa restante la usate per la copertura finale.



In una pentola molto capiente portate dell'acqua salata ad ebollizione. 
Preparate una ciotola di acqua bella ghiacciata e accanto uno scolapasta.
Tagliate la sfoglia in grandi rettangoli e buttatene un paio per volta nell'acqua bollente, sono pronti quando questa riprende il bollore, scolarli con l'aiuto di una schiumarola, raffreddateli nell'acqua gelida e metteteli a scolare bene stesi nello scolapasta. 
Continuaee in questo modo fino a cuocere tutti i rettangoli.
In una teglia da forno, o come nel mio caso una casseruola di terracotta, versate un mestolo di besciamella e stendeteli bene fino a coprire il fondo. Man mano che le lasagne si sono scolate bene dall'acqua, stendetele nella teglia a strati, alternandole con uno strato di verdure, uno di fonduta e una buona manciata di parmigiano grattugiato, così fino a riempite lo stampo. Finite con la besciamella tenuta da parte e una manciata di parmigiano, qualche fiocco di burro e qualche fogliolina di salvia, ben lavata.
Cuocere in forno preriscaldato a 180° per 35/40 minuti, o finche sopra non si sarà formata una crosticina dorata e croccante... si, proprio quella stessa crosticina per la quale si fanno le gare per vedere chi otterrà la parte più croccante! 
Spegnere il forno e lasciarle riposare qualche minuto prima di servirle.







Con questa (prima) lasagna, partecipo alla puntata n.42  

dell'MTC, dove Alessandra Genaro e la nostra Sabrina Gasparri non vedono l'ora 
di arrivare a un nuovo record, vero? ;)



E come si è da tradizione, perché da me non si butta niente, i pezzetti dai ritagli di sfoglia vano trasformati come per magia, e grazie all'aiuto di un paio di forbici, in pizzoccheri freschi! 



Note:
1. Il caquelon di guisa o di terracotta è quello usato per tradizione per fare le fondute, non è che io ne sia una spreta, visto che poi non vado matta per i formaggi, ma si da il caso che ne ho uno molto simile o almeno me l'anno regalato dicendo che serviva proprio alle fondute, anche se io lo uso per molte altre cose. 

2. per l'ultima dosi di besciamella, quello dell'ultimo strato sopra, ho tenuto da parte un po' di acqua delle verdure perché si era rappresa, così l'ho rimessa di nuovo sul fornello e fatta rimbenire aggiungendoci il "brodo"

3. "brodo" tra virgolette perché un brodo vero non è, ma il sapore obbiamente legato al ripieno e il fatto di non sprecare assolutamente niente (che è legato al mio DNA) mi ha fatto usarlo al posto del latte, perché altrimenti, per i miei gusti, mi sembrava un eccesso di latticini tenendo in conto che c'è già la fonduta. 






domenica 27 aprile 2014

POLPETTE di FEGATO e VERZA




A me piace cucinare, mi azzarderei a dire che ho una passione "biscerale" per la cucina e il cibo da sempre. Ma da qui a cucinare le biscere ci vuole... (almeno questo è stato il mio primo pensiero, quando ho saputo il tema della sfida di questo MTC "quintoquartista") e anche se non sono una "hervibora compulsiva e convinta", da me, di carne ne trovate ben poca, e non stò parlando del mio lato b, ma del mio frigo.
Di fatti questa volta l'MTC mi ha colto di sorpresa (come sempre, anzi, anche un pò di più...) ma come succede ogni volta, dopo che ho studiato e messo ai fornelli, non posso fare altro che ringraziare i giudici, in speciale la nostra bellissima Cristiana di Beuf à la mode, la vincitrice dell'MTC scorso con il suo strepitoso soufflé!
Cri sappi che nelle mie vene scorre sangue catalano, simile al genovese: aproffitiamo tutto e non buttiamo nulla. Figurati se non siamo capaci di cucinare con il quinto quarto, (da noi chiamato menuts)
Così mi sono fatta coraggio, ci ho pensato 3 secondi, pratticamente niente, e ho deciso.
Per certe cose ci vuole fegato...


POLPETTE di FEGATO e VERZA




Ingredienti per 4 persone:
300 g di fegati di coniglio
100 g di verza cotta al vapore
5 cucchiai di parmigiano
1 uovo
1 cipolloto viola
un cucchiaino di aneto tritato
pane grattuggiato per impanare le polpette
(piu altro per aggiungere all'impasto nel caso risulti tropo morbido)
olio evo 
sale e pepe q.b.



Lavate i fegati sotto l'acqua corrente. Puliteli di eventuali nervature o grasso e asciugarli bene.
Nel frullatore riunite, la verza, il cipolloto lavato e tagliato grossolanamente, i fegati, il parmigiano e frullate. Versate in una ciotola, aggiungete l'uovo poco svatutto e condire con sale e pepe. Amalgamare bene con una forchetta e procedete a fare le polpette, nel caso sentite che l'impasto è tropo umido aggiungete qualche cucchiaio di pane grattugiato, ma non tropo perche devono essere belle morbide. 




Non devono essere tonde, tonde, ma ben si un po schiacciate in modo che dentro cuociono più facilmente e poi perche l'impasto non si presta tanto. Passate ogni polpetta nel pane grattugiato, al quale avrete aggiunto e mescolato l'aneto, e friggetele in una padella con dell'olio evo.

A misura che sono cotte disporle su della carta assorbente. Servitele calde accompagnate da una insalata e un bel bicchiere di vino.




Note:
Ho preferito usare la verza cotta al vapore perche in questo modo contiene meno acqua, visto che gia da per se l'impasto viene morvido. Eco perche combiene magari agiungere qualche cucchiaio di pane grattugiato, ma non tropo o si perde la testura carateristica del fegato.

Quando frigo uso degli stuzzicadenti, sempre dispari, in questo modo l'olio non si bruccia e assorbono le impurita duranti la cuttura`.

il pane gratuggiato che ho usato e gluten free!





Polpettando per  all'MTC quintoquartista!!!






lunedì 24 febbraio 2014

STRUCOLO Norden

Eccoci arrivati al nord. Destinazione finale, più in là non vado. 
Anche perché questa è la terza proposta per l'MTC di questo mese, che ha visto come sfida lo strudel/strucolo proposto di Mari Lasagnapazza.
E vi posso assicurare che uno tira l'altro e che dopo quello dolce e quello salato è arrivato anche questo terzo e... basta, perché il tempo è arrivato agli sgoccioli. 
Ma non volevo lasciar perdere questa idea del nord/sud che mi gira in testa, da quando ho letto "attentamente" le regole del gioco... (sapete, io devo leggerle più di una o due volte perché mi entrino bene in testa, in modo di procedere poi senza dubbi, perché se mi blocco nell'intento è fatta, faccio le cose di stinto, ma prima devo imparare).
A parte queste paranoie mentali, ci sono anche i ragionamenti di cuore, quelli che più mi piacciono. E qui centra la mela... e centra anche quel mio primo panino, wurstel e crauti condito con senape, che accompagnai con un boccale di birra... e me lo ricordo ancora, anche se sono passati più della metà dei miei anni! Lo ricordo perché al primo morso ho sentito subito la senape (mai assaggiata prima) e poi la consistenza delle verze assieme a quel wurstel! Ma la cicca era anche il pane, coi semi di finocchio, perché quell'altro era finito! E credo sia stata la botta finale per far di quello un panino indimenticabile.
Anche la Birra non era male ma con il passare del tempo ne ho gustate altre di molto più interessanti, ma quel panino invece... ecco il mio cuore che va a nord, scomposto ma ricomposto dentro uno strucolo. 
E la mela dov'è?
Nella salsa!
Questa salsa la provai in una fiera della birra e me ne portai a casa la ricetta.



STRUCOLO Norden
con verze, salsiccia e semi di finocchio
in salsa di mele alla senape e birra







Ingredienti:

per la sfoglia
150 g di farina 00
50 ml di acqua
1 cucchiaio d'olio extra vergine d'oliva
1 pizzico di sale

per il ripieno
1 verza piccola (cotta a vapore) 
250 g di salsiccia fresca
1 cucchiaino di semi di finocchio 
sale  e olio evo q.b.

per la salsa
1 cipolla dorata (media)
2 mele renetta
1 cucchiaio di senape clasica
125 ml di birra chiara
1 cucchiaino scarso di zucchero mascobado
45 g di burro 
pizzico di sale



Preparare la pasta come proposta da Mari
Fare attenzione  perché la pasta per lo strucolo è un po' diversa di quello per lo strudel, sopratutto per quanto riguarda a spessore e il modo in come tirarla, visto che al utilizzare una minor quantità d'acqua, l'impasto rimane più morbido per il resto procedere sempre uguale:
Scaldate l’acqua, deve essere abbastanza calda ma non bollente. Setacciate la farina in un recipiente, aggiungete il sale e l’olio e versate a mano a mano l’acqua calda mescolando. Quando la farina avrà assorbito tutta l’acqua, togliete l’impasto dal recipiente e cominciate a lavorarlo con le mani su una spianatoia per un paio di minuti, fino ad ottenere un impasto morbido. Mettete l’impasto a riposare, coperto da un panno umido o da una pellicola, per circa mezz’ora. 


Prepare il ripieno. Liberare la polpa della salsiccia dal budello e sminuzzarla, aggiungere i semi di finocchio e amalgamare, poi verare in una padella, con dell'olio caldo e cuocere fin  quando la salsiccia comincia a dorarsi. A quel punto aggiungere la verza un po' trittata, (previamente cotta al vapore*). Regolare di sale e cuocere per 5 minuti, poi togliere dai fornelli e lasciare reffreddare.  




Tirare la sfoglia (come qui)
Prima di cominciare a stendere la sfoglia mettete a bollire sul fuoco una pentola abbastanza larga e che possa contenere comodamente lo strudel. Disponete su una spianatoia un tovagliolo o uno strofinaccio pulito di lino o di cotone bianco (possibilmente lavato con sapone neutro e ben sciacquato) e infarinatelo. Prendete l’impasto e cominciate ad appiattirlo con le mani sopra alla tovaglia, quindi tiratelo aiutandovi con un mattarello. In questo caso basterà il mattarello per stendere la sfoglia che non dovrà essere sottile come quella preparata per lo strudel da cuocere al forno. Il risultato finale dovrebbe essere una sfoglia più o meno quadrata di 25 centimetri per lato.
Disponete il ripieno su tutta la superficie della sfoglia lasciando liberi circa due centimetri lungo il bordo. Cominciate a sollevare la sfoglia per arrotolarla sul ripieno, se necessario aiutandovi con il tovagliolo, anche se in questo caso non dovrebbe essercene bisogno visto che l’impasto dovrebbe essere un po’ più spesso e consistente. Fate fare un paio di giri, quindi ripiegate anche i due lembi esterni e continuate ad arrotolare fino alla fine. Avvolgete il rotolo così ottenuto nel tovagliolo senza lasciare vuoti e chiudete, con uno spago da cucina, i due lembi esterni; fate due giri di spago anche lungo il rotolo.
Salate l’acqua bollente e adagiatevi delicatamente lo strudel avvolto nel tovagliolo facendo attenzione che non tocchi troppo il fondo della pentola. Fate cuocere sobbollendo per 30 minuti, quindi togliete lo strudel dall’acqua e togliete il tovagliolo.


E questa volta non mi sono dimenticata di piegare i lembi! 




Per la salsa sbucciare la cipolla e trittarla grossolanamente, poi farla appassire in una padella grande con il burro.
Lavare e sbucciare le mele, tagliarle a dadini piccoli e aggiungere alla cipolla. Cuocere per una decina di minuti con il coperchio, se serve aggiungere qualche cucchiaio d'acqua, e mescolando ogni tanto. Aggiungere la birra e sfumare. Condire con la senape e dopo qualche giro di mestolo versare lo zucchero. Cuocere finché sarà tutto così morbido da diventare poltiglia e allora regolare con un pizzico di sale passare al frullatore.

Tagliare lo strucolo a fette da 2 centimetri più o meno, e un po' a sbieco, e servire con la salsa di mele a volontà.

note:
*con la vaporiera, in modo di preservare tutto il sapore così particolare della verza





E con questo terzo e ultimo strucolo (grazie al cielo penserà Mari
partecipo al MTC di febbraio. E' stato bellissimo e guten!