Il 5 settembre, il giorno in qui Elisa, vincitrice dello scorso MTC, ha svelato quale sarebbe stata la ricetta per la sfida di questo mese, ho sentito una felicità che mi riempiva il cuore…(non credo che nei tempi del liceo mi piacesse così tanto il ritorno a scuola, dopo le vacanze…) ma si sà con il passare del tempo si cambia…
Ma questa vola, in casa Esteve Bellocchio, non sono stata l'unica a esultare per questa annunciazione. Anche il cozzaro ha datto il meglio di se, il suo wasup è stato insuperabile!
Ha esordito dicendo:
- Mai, hai visto? E uscito! Dobbiamo fare i "ravioli del belin"!
(non sapete quanto ho riso...!)
(non sapete quanto ho riso...!)
E anche se lui sostiene che è tutto colpa del T9 io comincio ad avere seri dubbi.
E vi spiego perché. Qualche giorno fa, se ne uscito dicedo:
- Amòooo!!! Dobbiamo andare al carnificcio, mi serve per la sfida!
Io non so cosa ho fatto di male, ma a casa, adesso ho un prototipo di mostro con grembuller che non vede l'ora di andare a far la spesa e mettersi in cucina la domenica.
E per di più comincia a parlare e scrivere come me!!!
E per di più comincia a parlare e scrivere come me!!!
Secondo voi, mi devo preoccupare?
Ad ogni modo, il "carnificio" mi serviba anche a me... altrimenti non avrei potuto fare i miei raviòle dël plin ( brasati) con ripieno di stinco di maiale mele e cipolle!
Questa, da per se, non è soltanto UNA ricetta, ma ben si una ricetta che ne contiene parecchie! Perche molto saggiamente, Elisa e Ale e Dani, le donne del MTC, ci hanno spronato a buttarci nei ripieni di una volta, quelli della memoria, delle nostre mamme, zie e sopratutto nonne! Quei ripieni a volte arrangiati con quello a portata di mano, che anche se ingredienti poveri riempivano le panze e l'animo. Ma anche quelli fatti, molto spesso, con gli avanzi di quei stufati e arrosti di cotture lente e saporite, che da tanto morbidi si sciogliolgono in bocca e rimangono impressi nella memoria per sempre. Non so per voi, ma per me un ripieno deve essere così. E così mi ha sembrato di vedere ed immaginare, leggendo tra le righe, descritte nel post di Elisa!
Vi confido però, che questo ripieno che ho preparato per i raviòle dël plin, ha avuto anche un secondo fine... ed era quello di provare, di una volta per tutte, a cucinare lo stinco di maiale. Perché Cozzaman, ogni volta che mi accompagna al mercato e lo vede, bello pronto in quei camioncini che vendono pollo arrosto e fritture varie, me lo chiede. Soltanto che io faccio finta di non sentirlo e passo di largo, direzione: "ortaggi e pesce & coo."
Allora cominciamo con lo stinco, che da solo mi ci ha voluto due ore e mezza... anzi quasi tre, di solo cottura! La spolpatura non la conto perché è stato godurioso vedere come si scioglieva da solo, davanti agli occhi amorevoli del cozzaro e il dentino aguzzo che li spuntava sotto i baffi. Uno stinco tutto per lui, l'altro per i miei raviòle!
{Stinco di maiale, mele e cipolle}
2 stinchi di maiale belli grossi
3 cipolle rosse medie
5 mele golen
olio extra vergine di oliva
1 l di brodo leggero
1 cucchiaio di sale e specie tritatte (semi di cumino, sale grosso, pepe nero, rosmarino e origano)
1 bichierino di brandi (misura chupito per entenderci...)
Premesso che per prima, acostumo a passare sotto l'acqua qualsiasi cosa (è una fissa), figuriamoci la carne... Asciugare bene gli stinchi e massaggiarli con il mix di spezie e sale, tritati tutti insieme nel mortaio.
Far rosolare la carne, con un filo d'olio, in una pentola a posta per cotture lunghe, di terracotta, di guisa o simile. Se serve, aggiungere altro olio e una volta rosolata versarci metà del brodo, abbassare la fiamma e coprire con il coperchio, controllando ogni tanto e girando gli stinchi per non farli attaccare. Dopo un'ora di cottura aggiungere le cipolle, sbucciate e a fette grosse. Cuocere per un'altra ora aggiungendo metà del brodo rimanente.
Passate due ore aggiungere i tranci di mele sbucciate, rosolare e bagnare con il brandi, fare evaporare l'alcool e cuocere ancora per 20 minuti con il coperchio, poi altri 20 senza fino a quando non sarà cotto del tutto, bello morbido.
Prelevare uno dei due stinchi, un po di cipolle e mele cote e servire insieme, in un grande piatto, al marito. Così stà zitto per un po' ed io approfito a fare i miei "plin"!
Raviòle dël PLIN Brasati
{ripieni di stinco di maiale, mele e cipolle}
Ingredienti per 4 persone:
Per il ripieno:1 stinco di maiale intero (300 g) più mele e cipolle cotte (200 g)
1 uovo
20 g di Parmigiano
sale q.b.
Per la pasta:
200 g di farina di grano tenero 0
1 uovo intero (grande)
2 tuorli (grandi)
Versare la farina a fontana, nel centro versare le uova e cominciare a impastare portando al centro la farina dei latti, nel caso l'impasto sembri un po' duro aggiungere un po' di albume, o pure bagnarsi le mani un paio di volte mentre la si lavora. Impastare per una decina di minuti, coprire con della pellicola trasparente e farla riposare 30 minuti.
Nel frattempo preparare l'impasto. Spolpare lo stinco (tutta una soddisfazione) e tritarne la carne insieme alle mele e le cipolle. A questo impasto aggiungere un uovo e il Parmigiano grattugiato, amalgamare bene e assaggiare di sale (io l'avrei assaggiato all'infinito con qualsiasi scusa ma… i plin poi con cosa li riempivo?) ed eco pronto il ripieno. Conservare in frigo coperto.
Tirare la pasta, io con la machina. Procedere con pezzi piccoli e coprire quella che non si stà lavorando, o si rischia di farla seccare troppo e risulterebbe impossibile da lavorare. Io ho chiuso porte e finestre per non avere correnti d'arie!
Ho cominciato a tirare la pasta partendo dal numero con la fessura più larga, e pian piano sono arrivata al massimo di sottile che dava la mia machina, in pratica un bello di carta. E vi ripeto però, di fare attenzione perché si si seca tropo si rompe come fosse vetro!
Come dice Elisa, procedere a piccole dosi.
Stendere una striscia di pasta e adagiarci piccole "paline" di ripieno, anche più piccole di una nocciola, poi coprire il ripieno con la stessa striscia di pasta, sigillare per il lungo e poi fare tra un raviolo e l'altro il caratteristico "pizzicotto" o "plin" che da il nome a questi ravioli. Ma vi consiglio di guardare qui, in un istruttivo video, dove sicuramente è spiegato alla perfezione da la nostra Elisa.
Una volta chiusi rifinire con il taglia pasta e tagliare tra un raviole e l'altra proprio li dove abbiamo atto il pizzico, infarinateli poco, il minimo in modo che non si appiccichino ed ecco che abbiamo sul tagliere le raviòle dël plin!
Far andare dell'altro brodo (quello rimasto) nella pentola di cottura dello stinco, per un altro quarto d'ora in modo di amalgamare i sapori della pentola e poter condirci i "plin".
Cuocere i raviòle in abbondante acqua bollente e salata. Scollarli al dente e con cura e passarli in padella e farli saltare con una noce di burro in modo di brasarli, quando prendono una leggera doratura, sono pronti, condirli con il sugo e... spariti!!!!
Quanto mi piace quel punto di croccante... mi fa impazzire!
Elisa, Ale e Dani, felice di essere tornata a scuola!!! Mi fatte sentire giovane! "plin-plin"
Cuocere i raviòle in abbondante acqua bollente e salata. Scollarli al dente e con cura e passarli in padella e farli saltare con una noce di burro in modo di brasarli, quando prendono una leggera doratura, sono pronti, condirli con il sugo e... spariti!!!!
Quanto mi piace quel punto di croccante... mi fa impazzire!
Elisa, Ale e Dani, felice di essere tornata a scuola!!! Mi fatte sentire giovane! "plin-plin"